mercoledì 11 giugno 2014

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martedì 4 febbraio 2014

Le strade nell’ antichità


In realtà  la viabilità  nei secoli addietro  ha utilizzato  dei  percorsi  oggi inimmaginabili  frane e terremoti  si  sono alternati  nell’ opera della loro distruzione  per  farsi  un idea basta illustrare  quelle  che erano le comunicazioni  da S.  Lucia  Potamia  a Bianco  fra  loro  e con costa  Esporrò  i dati  reperibili  nella Platea dell’ Abazia di polsi  redatta  nell’ 1604  Agli  inizi  del secolo XVII due vie pubbliche una detta via che va alla  fera  della Verde  e  un'altra  della  Carrara  congiungevano  sinistra  della  fiumara  La  Verde  e a circa 6 km  dalla costa sagrato dove si celebrava la rinomatissima  fiera  della  Croce a maggio e a settembre Fra bianco  e S. Luca ve  ne erano  altre due

La prima  partendo  da bianco attraversava la foreste  di Callistro  oggi tagliata  toccava  i confini meridionali dei beni  del monastero   di butramo e usciva  alla  sipala dell’ Agliastruso  che cala da potamia la seconda è mal definibile con  le indicazione   che ci dà la nostra  platea ma si sa che passava per  contrada La  Croce

Oggi tali  strade non esistono solo a tratti si nota la traccia di antichi  lastricati  ma  nient’ altro che permetta di  farci  un idea precisa Nel ispezione  aerea poi a volte è dato   vedere  interrompersi  di colpo in  quelle   contrade  interessate  alcune  mulattiere sull’ orlo di  precipizi   creati  dalle frane altre volte  il disegno  si perde probabilmente   sotto  il cumulo di una  frana le notizie  della  platea pur frammentarie e incomplete sono efficaci e ci  danno  una   qualche   idea  sulle  antiche vie e non possiamo tentare di immaginare  quali erano quelle  che nel 1457 poté  seguire il visitatore apostolico  Atanasio  chalkeòsterom  di polsi Esse alla metà del sec XV  attraversavano  valli  creste boscaglie  della Calabria    e consentivano itinerari  ardui e  tremendi pur  superabili  in un  tempo che sembrerebbe    talvolta assai   breve

Possiamo  congetturare senz’ altro che nel  territorio dell’ attuale  polsi ancora   nel sec XVII  e certamente  prima   oltre  che  con le  mulattiere provenienti da Reggio  e  dalla piana  di palmi con  due  diversi tipi di strada  dalla  valle  del bonamico l’una proveniva   dalla costa passava  per Bianco  serviva  il  monastero  di butramo e raggiungeva il   greto del bonamico  sotto  potamia e seguitava su di esso fino  a polsi l’altra che  segiuva  una traccia ben diversa e ben  più facile  di quanto non sia oggi la SS.112  portava a polsi in circa 6 ore

Proveniente dagli altri territori  contigui era inoltre una serie di mulattiere  che potevano permettere attraverso pesanti ma rapidi   passaggi  di  raggiungere  polsi  infatti  chalkòpolos  probabilmente segui quella  strada  interna  che percorrevano   i bevesi  per pellegrinare a polsi e di cui fa parte  la  mulattiera  che da  staiti con    direzione N-NO  portò i visitatori direttamente al monastero di polsi da qui la via  del  fiume li portò a Portamia

E quinti   butramo  e a pugliano V.fig N. 6

Grandissima luce  verrebbe PER  LA COMPRENSIONE  DELLA  STORIA  DELL’ ASPROMONTE  DALLA   CONOSCENZA  DELLA ANTICHE STRADE CLASSICHE CHE ATTRAVERSAVANO LA COSTA E PARE  L’INTERNO  DELLA CALABRIA   MERIDIONALE  IL PROBLEMA SI Può DIRE    ORMAI  RISOLTO  QUANDO  ALLE VIE LITORANEE    MENTRE GRANDE INCERTEZZA   DOMINA ANCORA RICOSTRUZIONE  DELLA VIA  TRAIANA  CON IL CONCORSO  DEI  BRVITTIEI  E DEI  SALENTINE  DÌ TALE  STRADA  NON CERTAMENTE NEL SUO PERCORSO COSTIERO CHE NON  APPARTENEVA A MAMENTO MA Più PROBABLIMENTE PERCHE SI  TRATTAVA  DELLA PARTECIPAZIONE  VIA COSTIERA ALLA   PRESENZA DI’  DIRAMAZIONI  SECONDARIE  DELLA  Più  IMPORTANTE VIA COSTIERA ALLA  PRESENZA DI  DIRAMAZIONE  SECONDARIE    CONSIMILI  è  DOVUTO  PROBABLIMENTE   L’INSERIMENTO  DI ALCUNI  TOPONIMI  ELL’ ITINERARIO di ANTONIO in quello di EQUOTICO   enella  tabula  peutingeriana  in quest' ultima  è un  gradissimo  disordine inammissibile  in  un simile  lavoro che   è solo apparente  dovuto  cioè  all' itinerario come in raltà è dopo i nomi  della  stazioni a cui portava o da  cui partiva la via secondaria  fino al sec IV d C la via bruttia jonica venne  ricostruita la via secondaria testato  dal cippo marmoreo contenente  due iscrizioni   e  riytovato nel 1700 nel  villaggio  di santa  domenica  vicino a s.lorenzo  cioè lungo 1078  nella  quale  vengono  descritti i  confini di alcuni  beni  dal  conte zarvò  della  grande  strada la  quale con altri particolari  datici  dal prezioso documento  può  essere   identificati con la traccia  dell' attuale  SS 183  UNA INDAGINE ARCHIVISTICA  SUI REPERTORI  NOTARILI CI METTEREBBE A DISPOSIZIONE  MOLTI ALTRI CHE CI RIPORTI  ALL' ANTICO  DROMO  TERMINE  PRESENTE UN PO IN TUTTA LA LOCRIDE  Là DOVE   PASSAVA  L'ANTICA VIA CONSOLARE E FORSE ANCOR PRIMA  IDENTIFICANTESI  CON LA  STRADA  PASAVVA  L'ANTICA  VIA CONSOLARE  E FORSE  ANCOR  PRIMA  IDENTIFICANTESI CON LA STRADA   COMMERCIALE  SIA PERIFERICA CHE INTERNA  SEGUITA DAI POPOLI  INDIGENI E  DAI MERCANTI  GRECI